La medicina cinese si differenzia da quella occidentale per il suo approccio olistico, in base al quale le malattie e le disfunzioni fisiche sono correlate agli aspetti psichici e spirituali della persona che ne soffre. Ne deriva un preciso sistema di collegamenti, che fa uso di termini come Qi, Yin e yang, Meridiani, cinque fasi, ecc., riassunto dallo schema del ciclo dei mutamenti.
Secondo uno degli storici della scienza cinese:
«La tradizione cinese è certamente scienza, secondo qualsiasi definizione che non sia completamente campanilistica, ma eccetto che a quel livello che la rende scienza, i suoi obiettivi divergono in maniera così costante dai nostri che qualsiasi similitudine diventa gratuita.»
(Nathan Sivin, 1968)
Ad esempio il corpo umano è assimilato dalla medicina cinese ad uno Stato o un organismo sociale; non è un assemblaggio meccanico di parti, bensì un universo in miniatura. Non a caso la simbologia usata nel dialogo dell’Imperatore Giallo con il suo consigliere (il testo fondamentale della medicina cinese) è la stessa usata per descrivere l’Impero.
Il sistema viene descritto in termini di uffici o mansioni amministrati dalla burocrazia centrale del corpo, non in termini anatomici. I vari organi non sono visti come entità a sé stanti, bensì vengono considerati in base alla funzione che assolvono.
Secondo Sivin (1995) il corpo cinese è “composto soprattutto da ossa e carne vagamente definita e attraversata da tratti circolatori”; questi tratti collegano degli “insiemi di funzioni”, i cosiddetti organi, per cui si può dire, con Unschuld (1993) che la patologia cinese è funzionale. Come si legge sul Classico dell’Imperatore Giallo: “Il soggetto del discorso… è il flusso libero ed il movimento centrifugo e centripeto del qi divino (shen qi). Non sono pelle, carne, tendini ed ossa” (Larre, Rochat de La Vallée 1994). L’etica buddhista, con la sua idea di sacralità del corpo, ad un certo punto si innesta sulla filosofia confuciana e contribuisce a rendere il corpo cinese un tutto indiviso, per studiare il quale il medico deve osservare le funzioni, l’equilibrio delle sostanze. Un corpo dissezionato non è di alcun interesse per il terapeuta, ed è significativo che nella medicina cinese l’immagine tipica usata per descrivere la morte imminente sia quella di una separazione tra yin e yang.
Al giorno d’oggi
Rielaborata e aggiornata, la medicina tradizionale viene insegnata nelle università cinesi e praticata negli ospedali accanto alla medicina convenzionale.[senza fonte]
Essa ricorre principalmente ai seguenti strumenti terapeutici:
- la diagnostica energetica, un sistema di esame del paziente che usa come punti diagnostici, polsi, occhi, cute, lingua o chiedere al paziente come si sente male e altri simili.
- la farmacologia cinese, che utilizza piante, minerali e animali in diverso modo da quello della medicina convenzionale.
- l’agopuntura: attraverso l’introduzione di sottili aghi in particolari punti dei meridiani, dove scorre l’energia;
- il massaggio: si può agire sul sistema tendino-muscolare, osteo-articolare, dei meridiani e dei singoli punti di agopuntura.
- la ginnastica medica: il paziente esegue esercizi, sia lenti che vigorosi, coordinati ad una corretta respirazione.
Sono inoltre previste tecniche complementari, tra cui:
- la moxibustione è ottenuta stimolando i punti di agopuntura col calore di un cannello di erbe (generalmente artemisia) infiammato chiamato moxa.
- la coppettazione: sulla pelle del paziente vengono applicate delle ‘coppette’, dopo che l’aria al loro interno è stata riscaldata; in questo modo si crea una pressione negativa che solleva la cute come una ventosa.
- la digitopressione, che interviene sui punti dei meridiani da trattare con la semplice pressione delle dita.
Oggi esistono molti nuovi approcci alla MTC, che vanno dalla stimolazione elettrica o laser, all’integrazione con altre terapie alternative come fitoterapia, omeopatia, fiori di Bach, osteopatia, yoga, shiatsu.

