Moxibustione

La moxibustione consiste nel trattare un’area o un Punto con il calore prodotto dalla combustione solitamente di foglie di artemisia seccate e compresse; può essere effettuata anche mediante medicamenti applicati, con caratteristiche riscaldanti o chimiche particolari.
Fin dal VII secolo a.C. in vari testi si trovano citazioni sull’uso della moxa per la cura di diverse malattie e il suo impiego è precedente a quello dell’agopuntura.
Nel tempo sono state descritte altre tecniche e differenti tipi di moxa.
In cinese la tecnica della moxa viene indicata con il termine Jiufa, in realtà la parola moxa, di provenienza inglese, origina da un ideogramma giapponese che si pronuncia Moekusa, da cui è derivato il nome in uso oggi.
Le erbe utilizzate per la moxa sono state nel tempo varie, oggi in prevalenza si trova moxa costitutita unicamente da foglie di artemisia o da queste ultime in parte miscelate con altre foglie di piante medicinali.

Scatola di moxa
E’ una scatola in genere di legno aperta in alto e in basso, con un coperchio sopra totalmente rimovibile e una retina di metallo all’incirca a un terzo della sua altezza; su questa retina si dispone la lana di moxa.
La scatola viene appoggiata sull’area voluta facendo in modo che rimanga leggermente sollevata dalla pelle; questo permetterà una migliore bruciatura della lana. Dopo aver ccuratamente posizionato la scatola, la lana viene accesa in più punti.

Coni di moxa
Con la lana di moxa è possibile realizzare a mano dei piccoli coni da porre sul punto da trattare; il consiglio è quello di pressare bene la moxa tra le dita della mano destra spingendo sul centro del palmo della mano sinistra così da formare con le dita i lati del cono e con il palmo la sua base. Sono tre le dimensioni che si trovano riportate sui testi: la più piccola simile a un chicco di riso, quella media della grandezza di un nocciolo di dattero cinese (analogo al nocciolo di un’oliva), e la più grande che ricorda un grosso fagiolo.
I coni si accendono dall’apice; per i primi due tipi di cono, essendo piccoli, è consigliabile accenderli con la punta di un incenso.